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Alla memoria di Olga, mamma di Nuccia Boggi, che ha conservato queste interviste di Emma
La storia di EMMA GRANDINI
Emma Grandini, scomparsa qualche anno fa quasi centenaria, era la vedova del partigiano Luigi Frazza.
Luigi Frazza è stato deportato ed è morto nel campo di sterminio di Mauthausen il 24 giugno 1944.
Emma a sua volta è stata perseguitata quando le hanno arrestato il marito Questi è stato deportato perchè militante antifascista. Già durante il fascismo aveva fatto opposizione e militato nel Partito comunista e nella resistenza faceva parte della 113′ brigata Garibaldi. E’ stato prelevato a casa dai fascisti e portato prima a San Vittore e poi deportato a Mauthausen.
Ma perchè è stato catturato e arrestato? Dice la signora Emma: «Non lo so. Lui era segreto con me. Era un uomo che non andava mai fuori di casa quando è iniziata la resistenza, però, ha cominciato ad uscire la sera fino a mez zanotte e l’ una, raccomandandomi di non preoccuparmi e di non pensarci. Qual che volta rientrava la mattina. Ha sempre fatto quella vita lì…Negli ultimi tempi in cui faceva il partigiano, ho saputo ad un certo punto che era ricercato, perchè era venuto in casa uno che ne ha parlato. Allora ho capito. Ho ricordato a mio marito la responsabilità per i figli, ma lui mi ha risposto che se tutti la pensavano come me come sarebbe andata a finire l’ Italia?»
Dopo un mese circa, il primo di marzo ’44, i fascisti hanno portato via tutti e due, marito e moglie; anche la signora Grandini, al posto della sorella, che era ricercata per militanza nella resistenza. Lui è stato portato a San Vittore e poi mandato a Mauthausen, il 7 marzo. Dal campo di concentramento la signora non ha mai ricevuto alcuna notizia, non ha saputo più nulla del marito, che lì è morto. La conferma della morte le è venuta da un altro deportato che era riuscito a tornare da Mauthausen. A suo dire, Luigi Frazza nel campo ha cercato a lungo la mogliee pensando che fosse stata internata nei reparti femminili, non sapendo invece che dopo due mesi era stata rilasciata in Italia. Non avendola trovata, si sarebbe demoralizzato, cadendo in uno stato di depressione, fino alla morte nel forno crematorio.
Dunque, anche Emma Grandini è stata arrestata dai fascisti e consegnata ai tedeschi – dopo averla portata a Bergamo da San Vittore – che l’hanno liberata dopo un mese, alla fine di aprile, per motivi di famiglia(figli piccoli) e per interessa mento della fabbrica dove lavorava.
Durante la permanenza nel carcere milanese, per tutto il mese di marzo, è stata interrogata dai fascisti che hanno giustificato il suo arresto a causa della lotta partigiana della sorella, che era stata condannata alla pena di morte: lei doveva pagare per la sorella, di nome Alice, la quale era sfuggita in quanto era stata avvisata da un amico che abitava in via Palmieri al 18. Questo amico era un fascista, ma aveva una moglie partigiana: un uomo buono, che aveva facilitato la fuga di Alice Grandini. Scappata lei, come ostaggio fu prelevata la sorella Emma. Nascosta in montagna, è tornata a Milano il 25 aprile, gior no della liberazione. Dopo qualche giorno i suoi compagni hanno ucciso il fascista che aveva denunciato la sorella e il marito, Luigi Frazza.
Dopo l’ esperienza resistenziale Alice Grandini non si è interessata di politica attiva: è ritornata alla vita normale di operaia. Alla sorella Emma, invece, del marito non è rimasto nient’ altro che un attestato dell’ ANPI di partigiano della 113 brigata Garibaldi, morto per deportazione in Germania.
Dal sindaco di Milano Aldo Aniasi ha ricevuto la medaglia d’ oro alla memoria.
Estratto dal libro “Partigiani della zona 15. Frammenti della resistenza italiana e milanese. A cura di Giuseppe Deiana. Ed. Liceo Scientifico Salvador Allende Milano 1977
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